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Contenitore (a Cristina B.)

Nel mio stomaco, vorrei conservare la luce tiepida di quel pomeriggio d'autunno, con le nostre mani intrecciate su quel viale bordato di aceri. - Quanto sono belle queste tonalità di rosso? - I polmoni li riempirei con il respiro vibrante di quella sera di febbraio che annunciasti d'essere finalmente incinta. - Secondo te sarà maschio o femmina? - Nel mio cuore, ci metterei lo stupore dei nostri bambini, impavidi e curiosi, alla scoperta delle piccole cose. Come quel giorno che trovammo uno scorpione gigante nascosto sotto i vasi del terrazzo. - Hai paura anche tu? - Nel fegato ci starebbe bene la quiete dei nostri lunghi inverni, fra i crepitii della stufa a legna e il profumo d'alloro e di ginepro sulle tue mani indaffarate. - Domani, vuoi che cucini io? - E poi nei reni, soprattutto lì, vorrei metterci quella forza e quel coraggio che nasce dall'arte e che, nell'arte, traccia tutte quelle belle domande, così strane e così impossibili. - Pensi che ce la faremo? -

Fantasia ospedaliera

Sulla parete smaltata della mia stanza, il vetro convesso di un vecchio televisore spento, mi sorveglia. Il riflesso grigio del mio corpo inscatolato in un letto ha la stessa curvatura della terra fotografata dall'oblò di un razzo spaziale. Cerco senza trovarlo qualcosa nel mio volto che mi sia famigliare, mentre cavi e cannule si aggrovigliano fra le sponde metalliche che mi contengono. Minacce aliene? Sposto lo sguardo in direzione della luce, in cerca di una finestra che guardi il mondo per come l'ho conosciuto. Incontro altri monitor, manopole, spie lampeggianti e... un brandello di cielo. E se tentassi la salvezza inseguendo quell'unica piccola porzione di blu? Chiudo gli occhi. Tre, due, uno. Tutto vibra. La punta di metallo della mia navicella scolorisce avviluppata dalle fiamme di una essenziale fantasia.

La pace, semplicemente (Menzione speciale alla II Biennale di Poesia "Sui muri di Lavacchio")

Immagine
Ho esplorato migliaia di sentieri cinto dalle livide tinte di queste colline pregne di sera. Lo scopo di ogni mio viaggio dischiude, col ritrovarsi vivo in un sentimento antico. La mano tiepida di una madre che rassicura con una carezza. Una piuma che si adagia lenta su cumuli di macerie smarrisce l'eco di una guerra.